Napoli Comicon 2013 - Recensioni: La Bibbia 2, Ravioli Uèstern, Blam, Blorch

Ci sono varie motivazioni per cui le persone vanno ad una fiera come il Comicon di Napoli:
C'è chi ci va per passare una giornata diversa in un posto con della gente, avendo come unico rapporto con i fumetti, la settimana enigmistica;
C'è chi può non essere sé stesso per un giorno, e diventa qualcun'altro con la speranza di non pensare ai suoi problemi;
C'è chi si promuove con la speranza di vendere qualche copia dei suoi lavori e dire "Ho guadagnato dei soldi facendo qualcosa che amo"
E poi ci sono io che ci vado per rompere il cazzo a Davide La Rosa e Pierz che li vedo una volta all'anno.

Questo che segue è un dramma in due atti, come un opera lirica. A Intervallare il tutto, 1 sola vignetta con i miei compagni d'avventura Lous, Trepicomics, Serem, Aoichan che voglio bene perché mi sopportano e mi rivolgono la parola nonostante li tratto da disegnatori schiavi. Avrei voluto fare altre vignette ma la sera di Domenica mi sono ubriacato e non ricordo molto bene se alcune cose sono successe davvero oppure no. A dirla tutta, non sono convinto nemmeno che le conversazioni presenti sottoforma di vignette ci siano state davvero.

E' tanta roba, potete anche leggerla in giorni diversi, non me ne fotte proprio.

Comicon 2013
Dramma in 2 atti

Atto I
1. Recensione La Bibbia 2 (di La Rosa, Pierz)
    I. Caffè Borghezio
    II. In the Flesh
    III. Caffè Borghezio (Reprise)
2. Recensione Intera Saga Ravioli Uèstern (di Pierz)

Intervallo

Atto II
3. Recensione Blam! e Blorch (de "Gli Scarabocchi di Maicol&Mirco")
    I. Allegro
    II. Allegretto
4. End Credits


ATTO I

1. RECENSIONE LA BIBBIA 2


Parte I. Caffè Borghezio
(Preludio alla recensione, scambiando due chiacchiere con Pierz)



Parte II. In the Flesh
(Recensione)

Ritorna nell'anfratto che ti ho fatto e generato dal mio primo è solo sfratto!
E' vero non esisto!
Mi son fatto creare bene, dotato di catene.
Ti hanno preso come scusa per le pene dell'inferno.
Ti hanno preso come autore per le voci dall'interno delle mente.
Mente il mondo quando serve e allo stato attuale delle cose serve… me.

(Musica per Bambini, Dio Contro Diavolo, che mi ha fatto conoscere Pierz già da diverso tempo)

Quando i due autori tempo fa, annunciarono l'uscita della bibbia 2 tramite Facebook il mio primo pensiero è stato: Se le cercano. E vi spiego anche il perché: Entrambi sono due autori atei che hanno l'abilità di evidenziare le incongruenze della religione con una tipologia d'ironia che impone (inconsciamente, entrambi non pretendono di aver ragione e non vogliono imporre nulla) al lettore di farsi delle domande. Il modo in cui riescono a creare un pensiero nella testa delle persone (soprattutto Pierz) è scuotendo il lettore con immagini che la società fino a qualche anno fa definiva blasfeme (come ad esempio la maria sverginata da Gesù). Abilità di Davide invece è parlare di contraddizioni "invertendole" e mostrando la debole struttura su cui si sorreggono. Entrambi però utilizzano l'ironia per parlare di ciò. L'ironia ha la caratteristica di non essere presa sul serio perché quando viene presa sul serio diventa "critica nei confronti di". La Bibbia 2 è questo: Ironia che va presa sul serio anche solo per qualche secondo, dando al lettore la scelta o meno di proseguire sempre più in profondità nella lettura. Prova di questo sono le varie lettere aperte dei due autori che intervallano tra un capitolo (Libro) e l'altro. Davide & Pierz fanno fumetti, i fumetti (9 volte su 10) non sono presi sul serio e quando vengono presi sul serio creano i pareri più disparati. Gente che prende le parti, gente che stronca a prescindere chi nomina figure considerate sacre, gente idiota che li considera i soliti idioti (da non confondersi con i soliti idioti di MTV che loro dicono di fare critica e satira quando in realta è solo merda), gente che dice "E fattela na risata, è un fumetto per ridere!", gente che dice "Come osano?". Non puoi chiamare un libro La Bibbia 2 e passarla liscia. Davide e Pierz non la passeranno liscia stavolta e forse è proprio quello l'obiettivo a cui puntano. Vogliono fare qualcosa che succede nei fumetti una volta ogni quindici anni. Venir presi sul serio con l'ironia. E porco il globo, stavolta ci sono tutti gli ingredienti per farlo. Basta solo che vi dica che la storia comincia con un paesaggio distopico e termina con una grottesca ultima pagina utopica. E la cosa che mi ha fatto più paura è stata la rappresentazione razionalistica del finale. Questa Parodia/Reboot/Sequel (La Bibbia 2 è tipo "La Casa 2" per intenderci) è stata in grado di rassicurare un lettore come me con l'apocalisse e spaventarlo nella concezione di un mondo normale (non vi spoilero niente, ma se trovate in rete la conferenza del Napoli Comicon della giornata di Sabato,lo faranno loro che non si sanno tenere niente per sè e se trovate il video linkatemelo che ci sono pure io che faccio domande). La Bibbia 2 mi ha ricordato un altro grande libro chiamato "Parola di Giobbe" (di Giobbe Covatta) in cui l'autore fa una parodia (nel significato teatrale del termine) alla bibbia, soffermandosi su alcuni punti contraddittori del sacro libro (La Bibbia 1 intendo). Ovviamente lo stile dei due libri (Parola di Giobbe e La Bibbia 2) è completamente diverso, ma se avete apprezzato il libro di Giobbe per la sua sincerità nel farsi alcune domande con ironia, date un'occhiata a questo "Parola di Davide & Pierz".
In conclusione dirò questo: E' un libro che vi farà sorridere, soprattutto se apprezzate gli autori (il mio punto preferito è la fine del libro FOUR per via di una cosa accaduta a Davide nemmeno l'anno scorso e presa in giro fantasticamente da Pierz), non c'è da dimenticare che hanno riciclato alcune loro vecchie battute, non che abbiamo fatto male sia chiaro, ma essendo questa una recensione, non sarebbe giusto nei confronti di chi mi sta leggendo dare solo punti a favore. La Bibbia 2 però rimane un'opera che va presa con le pinze, non perché si parla di religione sia chiaro, ma perché ne ha saputo cogliere l'impatto contemporaneo con cui oggi viene vista. E questo significa avere coraggio, sia nel bene che nel male che nella neutralità.


Parte III. Caffè Borghezio (Reprise)
(Scambiando due chiacchiere con Davide e Pierz alla seconda pausa caffè)



2. RECENSIONE RAVIOLI UESTERN (1 - 2 - 0 - 3)


Mi ricordo ancora quando l'anno scorso incontrai Pierz per la prima volta. Invocò il cristo tre volte, mi insultò, mi fece i complimenti per la maglietta, mi fece una dedica con una bestemmione, mi regalò una spilla, ci salutammo. Tutto questo in 50 secondi. Avevo letto qualcuna delle sue strisce Online. Mi colpì l'impatto e la semplicità immediata nel cogliere nel segno, con battute che variavano tra la banalità dei giochi di parole (sgrammaticati all'inverosimile a mio avviso solo per far implodere la mente dei Nazigramma e per risparmiare tempo di revisione) all'abilità di saper ironizzare di e con internet. Ravioli Uèstern è questo. Semplice presa per il culo della società moderna ormai alienata e noncurante di ciò. Risate ai tempi della crisi. Non feci in tempo ad acquistare il primo volume che già avevo finito di leggerlo, non solo perché divertente, ma perché proprio corto. Due vignette a pagina. Mi sentì divertito e truffato allo stesso tempo. Ma questa sensazione non è nulla in confronto a ciò che ho provato dopo aver letto l'intera saga fin ora pubblicata. Infatti quest'anno, siccome la vita è inaspettata e potrei morire tipo domani o dopodomani, ho deciso di comprare i numeri restanti. Ravioli Uéstern è un fumetto che finge di avere una storia e collassa nel raccontarla. Quindi la storia di Ravioli Uèstern è la storia di un collasso di sceneggiatura. Una sorte di metafumetto direte voi. No dirò io. Anche perché la parola stessa "Metafumetto" non mi piace ed è riduttiva nei confronti delle narrazioni grottesche e oniriche. Per farla breve c'è un tizio col piercing (patetica rappresentazione eroica di LPP, come direbbe fumetto d'autore) che è l'eletto ma poi diventa un cowboy (cauboi secondo la definizione esatta), da cauboi diventa temporaneamente sceriffo che deve fare da guardia ad un raviolo ninja (ningia secondo la questura) senza un piede. Il motivo di questo amputazione dovrebbe essere contenuto nel volume 0, ma ci arrivi solo se interpreti l'intero volume 0 con la teoria del nastro di Moebius e del rasoio di Occam messe insieme. Fatto sta che il tizio col piercing incontra la morte, la quale le da un modulo da riempire. Dopo di chè il tizio/cauboi ritorna con una minchia gigantesca ed un gattino e fa arrabbiare Gesù Cristo che lo spedisce all'inferno. Poi c'è un'evoluzione inaspettata della trama, in quanto ci sono dei Flash avanti e indietro che nemmeno nel film 21 grammi e non sto nemmeno li a spoilerarvi nulla, anche perchè il tutto resta inconcluso, in attesa di un quarto numero che se acquisti non sperare di trovare risposte. Perchè Pierz si diverte a lasciare bachi pazzeschi nella sceneggiatura al solo scopo di far domandare al suo lettore "Sono io che non capisco una mazza o è lui che è un bastardo?". Nessuno di tutte e due (oddio, un po' la seconda può essere). I Ravioli Uèstern sono una provocazione, una farsa del fumetto in sé, credo che la versione cartacea sia schiava stessa della versione Online. Le battute che Pierz preferisce dal blog, le mette all'interno dell'albo e ci costruisce una trama. Non c'è nulla di programmato in quegli albi se non il 10%. Il fatto è che una roba del genere, strutturata a questa maniera insensata funziona. Perchè i fumetti, come ogni forma d'arte, devono creare reazioni e se sono reazioni di divertimento ben venga, Pierz lo sa fare, come sa fare altro, basta farsi leggere la recensione precedente o farsi un giro su Verticalismi o su DeviantArt o chiedetecelo direttamente voi che già in questo Post parlo fin troppo di lui. Eccheccazzo. Per farla breve: Pierz sa raccontare anche solo rubacchiando lo schifo di internet e facendolo brillare di una sua luce e senza farsi pippe mentali. Semmai solo pippe.



Intervallo




Una delle cose più divertenti da fare in una fiera colma di gente e stare in mezzo alla folla in silenzio e ascoltare di sfuggita.
Qui le frasi che mi ricordo di aver sentito:

- Fantastico!
- Uà! Io già m'aggiu rutt TUTT 'e palle
- Noo!
- Mamma che fila da Zerocalcare! (A questo tipo che ho ascoltato di sfuggita vorrei dire: dovevi venirci l'anno scorso che stava in un angolo e non se lo cacava nessuno)
- Che è come quella puntata dei Simpson quando…
- Scusa, hai i minuti gratis sul cellulare? (Se non sbaglio è capitato a Lous che ha risposto con un No, se ero io avrei detto: "Si ed è una figata!" e me ne sarei andato)



ATTO II

3. RECENSIONE GLI SCARABOCCHI DI MAICOL&MIRCO


I. Allegro
(Breve Introduzione alla recensione)

La scena che si presenta è questa. Un tizio barbuto dietro lo stand, io guardo le copertine dei libri rossi.
Chiedo: Chi è l'autore?
Il tizio risponde: Puoi dire a me
Io: Piacere Maicol&Mirco, sono Turel. Dammi i tuoi libri e rispondi a questa domanda:
Stampate le pagine rosse per evitare che si possano fare le fotocopie come nei copioni dei Season Finale dei Telefilm che danno agli attori?
M&M: No. Però lasciamo che ci sia una pausa, infatti c'è una pagina vuota ad ogni scarabocchio.
Io: Eccoti il mio danaro.
Subito dopo aver ricevuto la ricevuta del buon esito del pagamento e aver ricevuto una dedica con una croce tombale con sopra il mio nome, sono stato invaso da questa sensazione:



Sono rimasto con questa sensazione fin quando non ho letto entrambi i libri, ovvero 48 ore dopo.
Dopodiché mi sono ricreduto.

II. Allegretto
(Recensione)

Stiamo parlando di due libri, Blam e Blorch, due raccolte consecutive che differiscono solo per le prefazioni e per le ultime lettere del titolo. Da considerarsi un unico simbiote, un unico ideale di massima constatazione del materialismo. Un grande spaccato di realismo capace di dare una sberla a cinque dita a chiunque, lasciando, oltre che il segno, una sensazione immediata di reazione al lettore, che si ritrova inevitabilmente pervaso dall'ottimismo. Sensazione paradossale se si pensa che in quasi tutti gli scarabocchi di cui è composto il libro, i personaggi muoiono uccidendo qualcuno o suicidandosi. Ho la netta sensazione che se uno di questi libri venisse dato ad un aspirante suicida su un cornicione, dopo averlo letto, il presunto suicida scenderebbe e chiederebbe di venir preso a schiaffi per quanto è stato idiota a pensare a una cosa del genere (Fidatevi, ne so qualcosa). Le differenze tra il libro cartaceo e le pubblicazioni online sono due:
In primis, le splendide prefazioni con cui si aprono i volumi, primo avvertimento di ciò che sta per accadere alla mente del lettore scritte in maniera di tutto rispetto e che valgono da sole, metà del prezzo del libro (In Blorch ci sono 12 pagine di spiegone e speri addirittura che ce ne siano altre, cosa assurda in una prefazione)
Seconda cosa è la raffica di cattiveria che ti investe in ogni volume, che va canalizzata leggendo tutto d'un fiato. Entrambi i libri tenderanno a darti così tanto la nausea della realtà che l'unica cosa da fare sarà controllare di nuovo la già citata realtà al fine di viverla con più accettazione. E questo  è qualcosa di folle. Perché, parliamoci chiaro, che questa sia arte o meno, a me non interessa mica, sono convinto che il pubblico degli scarabocchi, si sia un po' rotto il cazzo della vita, così come l'autore (o autori, vabbè, non l'ho mica capito fino alla fine se sono due o uno). Maicol&Mirco sono/è pura veridicità: in ogni scarabocchio non c'è pretesa, non c'è sforzo del canalizzare quello che si vuole dire. C'è solo una stramaledettissima sincerità che ho ce l'hai o non ce l'hai. E se non ce l'hai è perché non hai ancora toccato il fondo. Questi libri hanno il potere di pestarti in una rissa e lasciarti a terra, dandoti la scelta se alzarti oppure no. Perché questa è la vita: più paradossale di una sceneggiatura dei fratelli Cohen, meno interessante di quanto qualsiasi film o canzone possano farti credere.

4. End Credits

Anche questo Comicon è passato.
Dovrei segnalarvi un autoprodotto che ho sfogliato ma non ho acquistato (perchè, non me ne vogliate, ma dovrei comprare ogni cosa li dentro)
Loro si chiamano "L'antitempo" e hanno pubblicato "La Pompa va in Europa" e Robert (Rispettive Parodie di La Pimpa e Roberto Saviano), dateci un'occhiata.
Vi segnalo anche L'intervista del Turello a ConDre.
Inoltre quest'anno ho conosciuto The Marius che è un tipo molto alla mano e che ha scritto un libro con una casa editrice e mi fa sempre piacere quando qualcuno inizia a pubblicare e per questo lo sponsorizzo.
Oltre a The Marius, ho conosciuto Fran che ha una mia copia di Come far credere a tutti di essere un fumettista (che gli ha passato Lous e che non ho nemmeno firmato)
Invece chi ha acquistato il mio minilibro con tanto di Dedica e Foto Mossa è stato Andrea di Rosa che si è sentito così truffato da farmi un episodio di Sceneggiatore & Disegnatore apposta. Grazie Andrea.
Invece devo chiedere scusa a Zejian Peng che gli dovevo offrire un caffé e non sono riuscito a beccarlo ed ora gliene dovrò offrire due.
Grazie a Trepi, Lous, Aoichan e Serem perché non mi fanno sentire strano.
Grazie al Pierzo e al Lario per la loro santa pazienza e per l'aiuto con il finale di Sceneggiatore & Disegnatore.
Un sentito vaffanculo invece a chi ha paura di conoscermi di persona.

Una volta che avrò terminato l'ultimo episodio di Sceneggiatore & Disegnatore, dovrò sparire dal Web per un po'.
Vi ricordo la lista dei Disegnatori che partecipano all'ultimo episodio aggiornata a oggi:

Vaz - Plunk - Davide La Rosa - Pierz - Emiliano Mattioli - Condre

Vi lascio con "Sceneggiatore & Cavaiolo" (il cavaiolo è tipo un raviolo gigante che fanno al paese mio) disegnato da Pierz sulle dediche dei volumi che ho comprato alla NPE.